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giovedì 28 giugno 2012

e dopo i maiali, i gatti...

Tempo fa vi avevo parlato di strumenti musicali per suonare maiali, topi e pure muppet.

Ieri, grazie ai tipi del socks studio, scopro il katzenclavier, uno strumento musicale (di pura fantasia) pensato per suonar gatti e descritto da diversi autori (e perfino spacciato per vero).


Tra i vari anche quella sagoma di Athanasius Kircher, che nella sua Musurgia Universalis (1650) scrive: 
«Al fine di sollevare gli spiriti di un principe italiano gravato dalle preoccupazioni della sua posizione, un musicista creò per lui un gatto-pianoforte. Il musico selezionò gatti le cui voci fossero naturalmente ad altezze diverse e li dispose in gabbie, fianco a fianco, in modo che, quando un tasto del pianoforte fosse premuto, un meccanismo guidasse un chiodo accuminato nella coda del gatto corrispondente. Il risultato era una melodia di miagolii che si faceva più vigorosa man mano che i gatti divenivano più disperati. Chi poteva trattenersi dal ridere di questa musica? In tale modo il principe fu sollevato dalla sua malinconia»



Tiro su dai commenti un denso contribituo di Marco Bertoli:

Contribuisco alla storia dello strumento con due paragrafi da una storia del pianoforte dell'americano Stuart Isacoff, di prossima uscita per EDT:

«Dei tanti progetti di strumenti a tastiera, il più bizzarro fu forse uno in cui a produrre il suono erano degli animali vivi. Nel 1892, la "Gazzetta Musicale di Milano" pubblicò l’annuncio pubblicitario di uno strumento di nome Catano: una cassa di legno divisa in scompartimenti, ognuno dei quali alloggiava un gatto di diversa dimensione: i più grandi dovevano miagolare le note basse, i piccoli quelle acute. "Le loro teste sono bloccate in feritoie", continuava la descrizione, 'e le code sono stimolate da una specie di tastiera montata in fondo alla cassa, simile a quella di un pianoforte da concerto. Alla pressione di un tasto, una coda viene tirata e il gatto comincia a emettere lamenti più o meno forti, a seconda della forza con cui si è colpito il tasto… Il Catano può essere suonato da chiunque abbia studiato musica', sosteneva la pubblicità, 'anche se il Catano non è considerato particolarmente utile né adatto a scopo d’accompagnamento, soprattutto di musiche sacre'.

Il numero di dicembre 1869 del periodico 'Folio' informava che una versione americana del dispositivo era stata presentata a Cincinnati da un certo Curtis. Costui aveva annunciato un “grandioso concerto vocale e strumentale" con nientemeno che quarantotto gatti chiusi nel suo Cat Harmonicon. Primo pezzo in programma era stato “Auld Lang Syne”. Purtroppo, proseguiva la cronaca, i gatti erano sovraeccitati e "si erano mostrati incuranti di tempo, intonazione, ritmo o alcunché d’altro, gemendo, miaulando, stridendo, sputando e soffiando, impazziti dal dolore e dalla paura", sofocando così il suono dell’organo in un mare di versi.

A Cincinnati dev’esserci qualcosa di speciale nell’acqua. Sempre lì, a quanto pare, nel 1839 fu presentato il Porco-Forte, che usava maiali al posto di gatti».


1 commenti:

Marco Bertoli ha detto...

Contribuisco alla storia dello strumento con due paragrafi da una storia del pianoforte dell'americano Stuart Isacoff, di prossima uscita per EDT:

«Dei tanti progetti di strumenti a tastiera, il più bizzarro fu forse uno in cui a produrre il suono erano degli animali vivi. Nel 1892, la "Gazzetta Musicale di Milano" pubblicò l’annuncio pubblicitario di uno strumento di nome Catano: una cassa di legno divisa in scompartimenti, ognuno dei quali alloggiava un gatto di diversa dimensione: i più grandi dovevano miagolare le note basse, i piccoli quelle acute. "Le loro teste sono bloccate in feritoie", continuava la descrizione, 'e le code sono stimolate da una specie di tastiera montata in fondo alla cassa, simile a quella di un pianoforte da concerto. Alla pressione di un tasto, una coda viene tirata e il gatto comincia a emettere lamenti più o meno forti, a seconda della forza con cui si è colpito il tasto… Il Catano può essere suonato da chiunque abbia studiato musica', sosteneva la pubblicità, 'anche se il Catano non è considerato particolarmente utile né adatto a scopo d’accompagnamento, soprattutto di musiche sacre'.

Il numero di dicembre 1869 del periodico 'Folio' informava che una versione americana del dispositivo era stata presentata a Cincinnati da un certo Curtis. Costui aveva annunciato un “grandioso concerto vocale e strumentale" con nientemeno che quarantotto gatti chiusi nel suo Cat Harmonicon. Primo pezzo in programma era stato “Auld Lang Syne”. Purtroppo, proseguiva la cronaca, i gatti erano sovraeccitati e "si erano mostrati incuranti di tempo, intonazione, ritmo o alcunché d’altro, gemendo, miaulando, stridendo, sputando e soffiando, impazziti dal dolore e dalla paura", sofocando così il suono dell’organo in un mare di versi.

A Cincinnati dev’esserci qualcosa di speciale nell’acqua. Sempre lì, a quanto pare, nel 1839 fu presentato il Porco-Forte, che usava maiali al posto di gatti».